martedì 13 settembre 2011

Non è mica facile non andare a votare


Ieri sera il Tgla7 ha mostrato gli ultimi sondaggi relativi alle intenzioni di voto degli italiani.
il quadro è desolante se dovesse rivelarsi tale: solo il 69,7% degli intervistati ha epresso intenzione di voto e ciò si tramuterebbe nel dato più negativo in assoluto in termini di affluenza elettorale dal dopoguerra in avanti.
Basti pensare che mai un sondaggio di questo tipo aveva dato risultati cosi netti in termine di astensione, e il partito del non voto si confermerebbe primo partito con oltre il 30%.
I due partiti maggiori, PDL e PD, portano a casa rispettivamente un 27,3% e un 27,8% con il centrosinistra davanti al centrodestra di oltre sei punti percentuali.
Il terzo polo si attesta attorno all'11,5%.
Ancora una volta mi chiedo come sia possibile che in un Paese che ha visto l'inefficenza dell'attuale governo, il pressapochismo di una manovra fatta e rifatta cento volte, l'incapacità di prevedere misure strutturali diverse dal muoversi solamente chiedendo più tasse agli italiani, solo il 45% ritiene l'aternativa di centrosinistra valida ad un cambio di rotta.

La domanda è: indipendentemente dal proprio “credo” politico, non sarà giunta l’ora di chiedersi cosa abbia generato questa disaffezione? E chi sarà in grado di riavvicinare gli elettori alle urne?
Forse si dovrebbe smettere di parlare ai propri iscritti e pensare di andare oltre i propri elettori, si dovrebbe cominciare a parlare alla gente.

Certo, per vincere sarebbe sufficiente far si che i centristi non andassero con la destra, ma al venir meno di Berlusconi sappiamo tutti che la strada sarà quella del ritorno dei figliol prodighi alla casa madre. Ma forse qui vincere non servirebbe all'Italia come servirebbe invece quella rivoluziione culturale che non si vede all'orizzonte di nessun partito.

Io non so se questo governo sia stato il peggiore della storia repubblicana (il mio personale Oscar lo assegno a tutti quelli degli anni '80 che ci hanno regalato questo immenso debito pubblico), ciò che so è che ancora una volta i partiti, tutti i partiti, indipendentemente dal risultato delle prossime elezioni, vedranno diminuire in termini assoluti i loro sostenitori a vantaggio di chi deciderà consapevolmente di non recarsi alle urne.

il tempo si è fermato da oltre vent'anni, e già allora Gaber scriveva questo:

"E allora come si fa a tacciare di sterile menefreghismo uno che non vota? Potrebbe essere un rifiuto forte e cosciente di "questa" politica. No, perché non è mica facile non andare a votare. Soprattutto non è bello farlo così, a cuor leggero, o addirittura farsene un vanto. C'è dentro il disagio di non appartenere più a niente, di essere diventati totalmente impotenti. C'è dentro il dolore di essere diventati così poveri di ideali, senza più uno slancio, un sogno, una proposta, una fede. È come una specie di resa. Ma al di là di chi vota e di chi non vota, al di là dell'intervento, al di là del fare o non fare politica, l'importante sarebbe continuare a"essere" politici. Perché in ogni parola, in ogni gesto, in qualsiasi azione normale, in qualsiasi momento della nostra vita, ognuno di noi ha la possibilità di esprimere il suo pensiero di uomo e soprattutto di uomo che vuol vivere con gli uomini. E questo non è un diritto. È un dovere."

Io questo dovere continuo a sentirlo.

1 commento:

  1. Se c'è una specie di ideologia chiamata berlusconismo, e questa ideologia è predominante tra gli italiani, beh, il suo nemico è proprio 'l'uomo che vuole vivere con gli uomini' (sia detto senza voler fare una battuta berlusconiana...) e il suo ideale l'uomo che pensa solo per sé. Non si tratta di essere visceralmente anti-berlusconiani, perché lui è solo il capo della banda, che da lui prende il nome. Ma il discorso (semplifico) vale per i tassisti, per i farmacisti, per i sindacati, per i parlamentari, per i lavoratori a tempo indeterminato, per tutti quelli 'che gli conviene', per tutti quelli che (e-semplifico) non chiedono la fattura, perché poi possono portare la moglie fuori a cena, così lei è contenta e ci scappa pure di scopare che era da tanto che aveva mal di testa (questo sì, sia detto per fare una battuta berlusconiana).

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