lunedì 13 giugno 2016

Participio passato

Si, a volte il sonno non arriva, e allora ti ritrovi a cercare di capire perché succede, e poi pensi al perché di tante altre cose. Il sonno non arriva ma arrivano i pensieri, e non vuol dire che siano per forza cattivi pensieri.
Un amico mi ha detto che bisogna imparare ad estraniarsi da ciò che ci succede, ed è vero. Tutte le volte che riesco a vivere anche dall'esterno quello che mi colpisce lo stomaco dall'interno, i contorni e i limiti cambiano. Ti accorgi che ciò che pensavi fosse indispensabile diventa dispensabile, si riduce di peso e volume, e l'importanza che aveva fino ad un attimo prima diventa diversa.
"Successo è solo accaduto, è un participio passato", si vince, spesso si perde, ma è successo in ogni caso.
Non sono migliore o peggiore di altri, sono solo io, e non saranno volti o voti a farmi da specchio per dirmi quello che sono, sono solo io.
Quando riesco a farmi le giuste domande allora arrivano anche le risposte giuste, sono le domande sbagliate che rischiano di mandarmi fuori strada. Certo l'età aiuta a mettere a fuoco il questionario vero, l'età aggiunge anni e lampioni alla carreggiata, poi c'è la bravura di chi riesce a guidare al buio e la follia di chi vuol "guidare a fari spenti nella notte" per vedere che succede. Il confine tra la bravura e la follia è sottile.
Più ci penso e più penso che le scelte non si fanno mai per caso, il caso è il nome che diamo alle svariate possibilità che si aprono di fronte alle scelte che compiamo.
Il sonno non arriva, ma i lampioni si accendono e la strada non è poi così buia come appariva. Io sono l'uomo dei lampioni e adesso ho sonno.