giovedì 29 settembre 2011

il lato oscuro della luna di silicio (FB)



Lo so ancor prima di arrivare a digitare l’ultima parola di questo post, il rischio di essere antipatico sarà molto più che un rischio, riga dopo riga si trasformerà in una certezza.
Ma d’altronde io non sono qua per farmi piacere, ma per puro piacere. Scrivere su questo blog è terapeutico: c’è chi si dedica allo yoga, c’è chi fa training autogeno, c’è chi canta (magari anche solo sotto la doccia), c’è chi si diverte a leggere blog, anche dell’ultimo arrivato in questo mondo universo chiamato rete, e c’è chi scrive, o meglio, prova a farlo.
Internet, a me sembra che ormai abbia dismesso la sua originaria funzione di mezzo di comunicazione (come lo è una tv, la radio, il telefono), e sia diventato esso stesso mezzo per mezzi di comunicazione un agglomerato dove dentro ci sta tutto, dalla tv stessa alla web radio. Non solo e non più rete web, ma vera e propria rete di persone e di contatti.
In tutto questo ha giocato un ruolo fondamentale Facebook, il social network per antonomasia, la piazza virtuale dove quasi un miliardo di persone decide di abbandonare un pezzo della propria privacy  e di mettersi a nudo…… (E qui comincia il declino)…… Ma no che non ci si mette a nudo, ci si veste di mille abiti, si mettono maschere su maschere, si recitano copioni scritti involontariamente nella nostra mente, e lo si fa spesso con naturalezza.
Su FB non ci siamo noi, ma una parte di noi, quella che vogliamo che appaia, c’è la proiezione virtuale di quello che vorremmo trasmettere agli altri riguardo la nostra persona.
Belle foto, profili in chiaroscuro, citazioni dotte e ricercate, canzoni bellissime, richiami ad articoli di giornale, semplici flash di frasi gettate li per attirare l’attenzione. Su FB c’è la nostra voglia di entrare in TV, perché FB è il figlio non riconosciuto della televisione. Ognuno ha la sua telecamera, ognuno può puntarsi addosso l’occhio del grande fratello, e ognuno decide di andare in piazza vestito con quel che più gli piace. Su FB non ci sono urli, pianti di disperazione, non si vedono foto che ci ritraggono al minimo della nostra forma, non ci sono orrori e talvolta solo errori (e parlo di ortografia). Su FB nessuna debolezza e tanta apparenza, con il rischio di non dare mai luce al lato oscuro della luna di silicio.
La mia intenzione non è quella di demonizzare il social network né coloro che ci stanno dentro (e io sono uno di questi). Esso è indubbiamente un utile mezzo di comunicazione, un sostitutivo della mail, un canale per far conoscere e amplificare una parte di noi che abbiamo comunque dentro, non c’è finzione, ma semplicemente mancanza di completezza. C’è tanto cazzeggio, è un bar con un bancone infinito nel quale l’unico alcol che servono è l’inebriante sensazione di essere un po’ meglio di ciò che si è.
Una volta una persona mi ha raccontato di non aver mai mentito, al massimo si è auto accusata di essersi limitata ad omettere: ecco su FB non si mente ma si mette qualcosa per omettere tanto altro, né più né meno rispetto a ciò che facciamo tutti i giorni con il mondo reale, ma con una platea che può essere molto più ampia e con uno spazio tempo ridotto al minimo. Su FB si cerca di cogliere l’attimo dettato dall’agenda mondiale, si getta la canna da pesca con attaccato all’amo l’esca di un aforisma, si aspetta e ci si aspetta  di tirar su un desiderato consenso fatto di “mi piace” e di commenti.
Pensiamoci, se nessun “mi piace” e nessun intervento ornassero la nostra bacheca (che altri non è che un eufemismo di “vetrina”), pian piano si correrebbe il serio rischio di smettere di pubblicare. Il piacere di farlo fine a se stesso si affievolirebbe perché non irrigato dal sempre più necessario bagno di folla al quale FB ci abitua e ci rende traguardo.
Ci si pesa a suon di “amici”, ci si vanta di vacanze da sogno e di serate da sballo, ci si rincorre per arrivare prima al pianto di coccodrillo per una persona famosa scomparsa, senza nemmeno ammettere di non averla mai sentita nominare un attimo prima del suo trapasso.
E allora mi domando, perché sto su FB? Perché è come decidere di possedere un cellulare, FB è ormai un mezzo e come tutti gli strumenti non è bello o brutto o giusto o sbagliato a prescindere, è l’uso che se ne fa che lo rende inutile e stupido o utile ed interessante, e ammettiamo pure, (come succede per la TV), oggi su FB è più facile trovare carta da parati che quadri d’autore.
Il Blog invece sta a FB come una casa sta ad una piazza. La casa si può affacciare sulla piazza stessa, ma se vuoi respirarla, capirla e viverla hai bisogno di entrarci, ed io ho fatto un mutuo con soldi virtuali e tempo reale per acquistare una casa blog con vista su FB Plaza e passarci un po’ di tempo per rilassarmi… come mi trovo?: “mi piace”!

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