sabato 12 novembre 2011

Suonala ancora Andy

Il putiferio mediatico, il fiume di parole e di sdegno che sono seguite alla nota di Andy Guerra Dov'é il mio Paese, ha lasciato tutti con un bagaglio di frustrazione e incredulità, sentimenti che hanno sopravanzato il primo istinto legato alla rabbia.

Quello che più mi ha lasciato male è il dolore di chi è stato privato della sua passione, ancora prima e ancor più del fatto nella sua cronaca. Un episodio comunque increscioso e delineato dai colori dell'abuso di potere, tipico di chi crede che le Forze dell'ordine non hanno alternative all'uso della forza, e si scordano invece che prima di attivare la sanzione è molto più proficuo ed intelligente usare la persuasione.

Autorità e autorevolezza, le due parole che spesso si sfidano, si confrontano e talvolta si mescolano. E' autorevole colui che attraverso un opera costante di persuasione e condivisione riesce a trasmettere alla maggioranza delle persone un'idea, una motivazione alle proprie azioni, creando i presupposti affinché la sua volontà diventi la volontà di molti. E' autoritario colui che si scorda dei motivi per i quali indossa una fascia tricolore, si scorda dei motivi che l'hanno portato ad indossare una divisa, si scorda che senza quella fascia e quella divisa, nudi, sono tali e quali a tutti noi. Ma non si cammina nudi per strada e oltre al vestito si indossa il proprio ruolo, ecco, il modo di "indossare" il proprio ruolo rende diversa una persona dall'altra.

Le regole, la legge, gli ordini, tutte cose sulle quali si basa la società moderna, tutte cose per le quali vale la pena combattere battaglie, ma tutte cose incompiute senza l'unico ingrediente che le rende utili, il buonsenso.
Se sul comodino, prima di uscire dopo essersi vestiti, ci si dimentica di mettere in tasca il buonsenso accade ciò che è accaduto ad Andy, ai suoi colleghi ed amici e a tutti coloro che avevano il diritto di poter passare il proprio tempo con l'intelligenza vicino ad un bicchiere e con la musica a rendere le sere meno nere e molto più vere.
Certo, mancava un permesso, ma essendo una novità degli ultimi giorni quel buonsenso e quella autorevolezza avrebbero reso servizio alla cittadinanza se invece della richiesta di permesso si fosse concesso il permesso di suonare a chi è nato per farlo.

Mi dispiace leggere la profonda delusione nelle parole di Andy, mi dispiace che le buone intenzioni dell'amministrazione e delle forze dell'ordine siano scivolate nel burrone dell'autoritarismo e dello Stato di Polizia, nel proibizionismo e nella repressione che mai hanno portato a nulla ogni volta che si sono limitate all'uso della forza dimenticandosi la lungimiranza.
Nessuno vuole difendere e promuovere l'abuso di alcolici (e di sostanza stupefacenti), nessuno crede che il diritto alla propria libertà preveda anche quello di mettersi ubriachi al volante, ma come la democrazia non si può esportare con la guerra, le regole e la legge non possono essere esportate con ordinanze e mitra.
Qui sta il paradosso: cosa porta una persona a decidere autonomamente che è venuto il momento di posare il bicchiere per non rischiare di esagerare? il buonsenso, molto più della paura delle sanzioni. Ecco, senza il buonsenso di chi amministra, di chi difende e promuove la legge, non ha senso pretendere che la cittadinanza lo acquisisca da chi non ce l'ha.

Quello che è successo è successo, la gente si è espressa, la musica si è fermata per una sera, ma la musica in fondo non si ferma mai. Sul Titanic che stava affondando l'orchestra continuò a suonare: con la speranza che Fermignano non vada a fondo io continuo ad ascoltare le note e gli strumenti, che suonano, e suonano e suonano..... Suonala ancora, suonala ancora Andy.

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