mercoledì 9 novembre 2011

Cloni e Berlusconi

Prima il lungo auspicio della caduta degli Dei, leggesi Silvio Berlusconi e il suo Governo, poi la trepidazione per un avvenimento che giorno dopo giorni diventava sempre più probabile, infine le parole raccolte nel comunicato del Presidente della Repubblica di ieri (ribadite chiaramente oggi) che certificano che dopo 18 anni Silvio Berlusconi nei prossimi giorni, attraverso le sue annunciate dimissioni,  (probabilmente) scriverà la parola fine ad un periodo che prima era un lustro, poi sono diventati due, poi tre e poi ha raggiunto la maggior età.

Berlusconi, il berlusconismo, il Caimano, Sua Emittenza... Lo ammetto, pur tifando e sperando per il bene dell'Italia di non dovermi mai più far rappresentare da quest'uomo come capo del Governo (e non l'ho mai votato), le immagini di quel volto di uomo sconfitto e tramortito, addolorato e iracondo, non mi hanno provocato gioia, anzi, se devo dirla tutta, ho provato compassione.

Era ed è inevitabile che le stagioni politiche e le carriere prima o poi finiscano, quindi anche il regno di Superman Silvio prima o poi si sarebbe dovuto presentare all'appuntamento con l'ultima pagina di un libro che oggi è di cronaca e domani sarà di Storia. Ma io non esulto, non ringrazio né il cielo né Dio, non ringrazio la Carlucci e non sputo su quegli italiani che democraticamente hanno eletto questo governo ed il suo rappresentate, non lo faccio non solo per educazione, ma perché la 'battaglia' politica non è vinta, è persa da tempo.

Ce l'ha fatto vedere Nanni Moretti, l'ha scritto oggi Gramellini sulla Stampa, Berlusconi da anni non è più il Problema di questo Paese, lo è quello che chiamiamo il berlusconismo, i BerlusCloni. Questo fenomeno non connota un solo emisfero politico, non è un fenomeno di destra, è da tempo circolare, è entrato dentro tutti i partiti, sia personali che velleitariamente democratici, che rappresentano questa sgangherata Seconda Repubblica.

Di che cosa parlo? Di protagonismo spinto ben oltre la giusta dose di ambizione, di pressapochismo confuso con l'esigenza di comunicare rapidamente, del "muoia Sansone con tutti i Filistei" quando qualcuno si mette di traverso al politico rampante di turno, del contorniarsi di servi fedeli piuttosto che di collaboratori leali, di scambiare i Partiti Politici con taxi sui quali salire per arrivare da un punto ad un altro della propria carriera, del "chi non si allinea o lo si distrugge o lo si stanca". Parlo di tutto questo e di tanto altro, e mi fa male il Mondo pensare che si possa pensare di riassumere in un unica persona la responsabilità di tutto questo, e viceversa relegare alla sua fine la fine di tutto questo.

Per paradosso mi fanno più schifo coloro che attaccano Berlusconi e non si rendono conto o fanno finta, di rappresentare nel loro minuscolo microcosmo tutto quello che disprezzano nel futuro ex premier; mi fanno schifo coloro che parlano a vanvera di conflitto di interesse e lo vedono solo nell'uomo nero senza mai tener conto di quello che fanno loro, di quello che fanno questi politici senza macchia, delle loro assunzioni di corti di leccapiedi e di favori ad amici di amici di amici.

Tornando a Moretti qualcuno ha sostenuto che la sua profezia, nel finale del Caimano, è stata sbagliata ed esagerata, che il finale politico di Berlusconi non ha visto né falò per strada e né bombe che scoppiano, ma in realtà quel messaggio e quella profezia sono lì a ricordarci che tutto questo è già avvenuto ogni volta che vediamo mettere lo show al posto dei contenuti, i divi da aperitivi al posto di coloro che curvano la schiena su documenti, i manifesti che prendono il posto degli onesti.

Berlusconi non è arrivato dal nulla e non ha fatto tutto da solo. Berlusconi è stato una conseguenza e non una causa. Ieri io non ho vinto, oggi neanche, domani chissà

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