martedì 30 agosto 2011

a parole, bla, bla , bla.

Ci risiamo....

Si scende in piazza perché sono calpestati i diritti dei lavoratori, perché la manovra è recessiva, perché non ci sono riforme strutturali, perché....

Mi piacerebbe vivere in un paese che scende in piazza non perché si "toccano le pensioni", ma perché NON SI TOCCANO. E' così difficile comprendere che mandare in pensione chi (come mio padre), ha meno di 60 anni e una salute psicofisica diversa dai sessantenni del 1970, è una presa in giro per le nuove generazioni? E' questa la strada per l'Italia di domani?

Come mai chi ha acquisito diritti che col tempo si sono rivelati privilegi, non si indigna se le nuove generazioni non vivranno sotto la luce di privilegi, ma neanche si siederanno sotto l'ombra di diritti?

PS parliamo di pesudo fortunati come me che ancora oggi uno straccio di contratto a tempo indeterminato l'hanno in tasca, per i flessi/precari il problema non si pone nemmeno.....

E pensare che la politica è anche la passione civile di chi si dovrebbe occupare delle generazioni future, ma fanno più gola i voti dei 300.000 pensionandi rispetto a quelle generazioni disgraziate cresciute a internet e nutella.

A parole sono tutti riformisiti, a parole tutti pensano all'Italia di domani, a parole, bla, bla , bla.

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