venerdì 31 agosto 2012

Passaporto per l'inferno (con aria condizionata)

Il mio ritorno al blog nasce solo dalla voglia di mettere in condivisione pensieri che tante volte rimangono nel cassetto della mia mente.

Ecco, ogni tanto succede all'improvviso di ripulire la soffitta o di mettere mano al garage, in maniera non preventivata e senza che tua moglie ti 'costringa' a farlo con la tecnica della goccia che cade sulla testa ogni 5 minuti.

Oggi sulla testa mi è caduto un getto d'acqua, una doccia rigenerante che mi ha portato a questo blog, così, tanto per scrivere, perché poi i pensieri vanno fermati, altrimenti se li porta via il fiume.

Sono mesi che ho abbandonato la politica attiva all'interno di un partito organizzato, e questa scelta è stata presa da me in prima persona, senza che nessuno mi costringesse a prenderla o senza finire in nessuna lista di indesiderati. L'ho fatta perché ho preso atto nel tempo che molti degli amici che mi avvertivano del finale, questo finale, in effetti avevano ragione, e quando qualcuno merita che gli si riconosca la sua lungimiranza è giusto essere in buona fede e farlo.

Mi avevano detto tante cose, del tipo:

"E' inutile che ti impegni tanto, la tua passione e le tue eventuali competenze non servono all'interno di un partito, serve solo che tu ti attacchi alla giacca di un potente e lo segui dandogli sempre ragione, aspettando così il tuo turno"

"Guarda che il partito si rinnova, ma in realtà si abbassa solo l'età media, si ringiovanisce e basta, non è un problema di età ma di comportamenti, e se i comportamenti sono sbagliati lo sono a presindere dalla carta dìidentità di chi li mette in atto"

"Fatti furbo, diventa amico di qualche giovani di belle speranze e vedi di finire alla sua corte, solo così puoi farti notare meglio"

"Smettila di dire sempre la tua, non è la tua opinione che interessa, specie se questa non è in linea con il pensiero della maggioranza"

e mi fermo qua, per dire che su tante cose avevano ragione gli amici miei, quelli veri, quelli che c'erano prima della politica e ci sono ancora oggi, dopo che quell'avventura è finita.
Ma non avevano e non hanno ragione sul fatto che questa esperienza non andava fatta. Io ho provato per più di cinque anni a metter mano da dentro ad un nuovo modo di fare politica, ed ho incontrato gente più competente ed appassionata di me che ha tentato di fare la stessa cosa. Ho incontrato molti che hanno nutrito le mie speranze e che oggi coltivaano il mio stesso rammarico.

Ma non è per me e la mia persona che mi dispiace (io faccio oggi quel che facevo prima, ho la coscienza a posto e non devo dire grazie a nessuno), mi dispiace invece per noi tutti, per chi vota e per chi non vota, per chi ama questo Paese e per chi lo detesta, per i nostri figli ai quali non potremmo regalare un futuro migliore del nostro e per i nostri nonni di fronte ai quali abbiamo dilapidato fatiche e miserie per ritrovarci con niente nelle mani.

Si, perché questo Paese è morto, e oggi se devo essere sincero non vedo nessuna persona alla quale affidare la mia delega attraverso il mio voto, tutti i partiti parlano ai loro tifosi, tutti, e non c'è nessuno invece che ha l'ambizione di parlare a tutti.
I partiti sono di parte per definizione, ma se vogliono ritrovare la fiducia della gente dovrebbero andare oltre i loro recinti, non avere paura degli insulti, prenderseli tutti perché la maggior parte se li meritano. Invece no, qui l'importante è solo vincere le prossime elezioni, e se poi il Paese va a puttane poco importa, loro sono comunque contenti di sventolare la loro bandiera, come si sventola quella di una squadra di calcio.

Mi è stato detto che io non so stare dentro un partito, è vero e me ne faccio un vanto, se questi sono i partiti io non ci so stare dentro. I partiti sono uno strumento e non una soluzione, non è una Chiesa Laica dove ci si sta rassegnati, né una continua lotta di potere di corte per spodestare il Re sul trono. C'è chi ancora crede che i partiti siano riformabili dall'interno, io non solo non ci credo più, ma al contrario credo che lotte di questo tipo, fatte in buona fede, non fanno altro che rafforzare la nomenclatura di chi da anni lavora per autoconservarsi e per chi da meno anni lavora perché arrivi il proprio turno di autoconservazione.

Non so quale sia la soluzione, ma in tutta sincerità oggi non mi sento più addosso la convinzione di cambiare il Paese, semmai piuttosto di cambiare Paese e andarmene all'estero. Certo, li non c'è il Paradiso, ma anche se si trattasse solo di cambiare girone all'inferno ci sarebbe comunque la sensazione di essersi lasciati alle spalle qualcosa di immutabile e perenne per un posticino nuovo con fiamme e aria condizionata.

Poi magari mi sbaglio su tutto, poi magari succede che ci svegliamo domani in una Italia dove competenze e merito la fanno da padroni, e dove i più deboli non sono assistiti ma guidati a tenersi in piedi con le proprie gambe, e magari succede anche che la classe politica si svesta di privilegi e spocchia per sentirsi al servizio dei cittadini. E perché no, magari un giorno succede anche che i tifosi dei partiti comincino a ripiegare le loro bandiere per prendere in mano cartelli di protesta e proposta, e..... e..... e.......

E poi mi sveglio e controllo se ho rinnovato il passaporto.